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I primi anni dell’Ottocento furono un periodo di grandi cambiamenti sociali perché la Repubblica napoleonica aveva posto fine ai vecchi schemi economici basati sui possedimenti terrieri, dando spazio alla nuova borghesia imprenditoriale e all’avvento dell’industrializzazione. Il territorio della Valle Olona si rilevò da subito propizio per la fondazione delle prime fabbriche tessili, perché c’era già una lunga tradizione di attività di tessitura artigianale che si svolgeva a domicilio nelle case dei contadini, che durante l’inverno o nelle pause dal lavoro dei campi si dedicavano alla produzione di stoffe di cotone e fustagno.
I primi imprenditori erano commercianti di tessuti, come i Ponti di Gallarate. Decisero di ampliare le loro attività con la costruzione dei primi impianti meccanizzati per la filatura del cotone, che dovevano servire a rifornire i tessitori a domicilio che facevano già parte del loro circuito commerciale.
La filatura in proprio avrebbe permesso a questi primi industriali di emanciparsi dall’acquisto all’estero dei filati, procedura costosa e spesso difficile a causa delle continue guerre reali e commerciali che caratterizzavano il periodo. Le prime filature meccanizzate venivano alimentate dalla forza prodotta dagli animali oppure arrangiando i meccanismi idraulici che davano il movimento alle macine dei mulini da grano. La forza idraulica era continua e sufficientemente affidabile, per questo le prime fabbriche di filatura nella zona non erano altro che i mulini da grano già presenti nella valle dell’Olona, che vennero acquistati e ristrutturati a opera dei primi pionieri tessili.